Giovanni Palatucci. Una vita da (ri)scoprire by Nazareno Giusti

Giovanni Palatucci. Una vita da (ri)scoprire by Nazareno Giusti

autore:Nazareno Giusti [Giusti, Nazareno]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788832281354
editore: Argot
pubblicato: 2020-04-16T22:00:00+00:00


Dachau, il “campo dei preti”

Dachau ebbe un triste primato: fu il primo campo di concentramento nazista. Aperto il 22 marzo 1933, appena un mese dopo la presa del potere di Hitler, su iniziativa di Heinrich Himmler, fu costruito sul terreno di una ex fabbrica di polveri e munizioni in disuso (la vecchia Königlichen Pulver und Munitionsfabrik), a circa 16 km a nord-ovest di Monaco di Baviera, nel sud della Germania.

In occasione dell’inaugurazione, sul «Münchner Neuesten Nachrichten», proprio Himmler, Presidente della Polizia della città, scrisse: «Mercoledì 22 marzo 1933 verrà aperto nelle vicinanze di Dachau il primo campo di concentramento. Abbiamo preso questa decisione senza badare a considerazioni meschine, ma nella certezza di agire per la tranquillità del popolo e secondo il suo desiderio».

Ben presto, in tutta la Germania, il nome della cittadina bavarese fu associato con quello del campo divenendo sinonimo di paura.

Il già citato Teo Ducci ricorda: «Già a partire dal 1933 in Germania si diceva: “attento o finisci a Dachau!”. Divenne sinonimo del terrore nazista benché si sapesse poco su quello che accadeva alle persone oltre il filo spinato. Ma era comunque una minaccia che faceva effetto». Inizialmente vi furono destinati i dissidenti poi, negli anni della “soluzione finale”, servì da modello a tutti i lager nazisti eretti successivamente.

Nel 1941 divenne campo di sterminio. Vi transitarono circa duecentomila persone e ve ne persero la vita 41.500, per la stragrande maggioranza tra il 1942 e la fine della guerra. Proprio in conseguenza dell’alto numero di decessi fu costruito un nuovo grande forno crematorio in muratura, denominato sinistramente “Baracke X2”, accanto a quello precedente.

Furono tremila i religiosi internati a Dachau che, proprio per il gran numero di prigionieri di fede cristiana, fu soprannominato “il campo dei preti”. Tra i tantissimi nomi quelli del presbitero Karl Leisner e del teologo Martin Niemöller.

Il campo di concentramento di Dachau fu l’unico ad esistere per tutti i dodici anni del regime nazista e fu anche tra gli ultimi a cadere (penultimo, per precisione: Mauthausen cadrà sei giorni dopo). L’esercito statunitense vi entrò domenica 29 aprile 1945. I soldati americani della 42esima e della 45esima divisione, si trovarono di fronte a uno spettacolo inimmaginato: migliaia di morti accatastati l’uno sull’altro, uomini che parevano spettri. Inorriditi da tale spettacolo giustiziarono, sommariamente, le poche guardie della Allgemeine SS ancora rimasti.

I prigionieri rimasti erano 32.335. Ecco come il tenente colonnello Walter Fellenz della Settima Armata americana descrisse il saluto dei prigionieri superstiti all’arrivo dei suoi uomini: «A diverse centinaia di metri all’interno del cancello principale, abbiamo trovato il campo di concentramento. Davanti a noi, dietro un recinto elettrificato di filo spinato, c’era una massa di uomini, donne e bambini plaudenti, mezzi matti, che salutavano e gridavano di gioia – i loro liberatori erano arrivati! Il rumore assordante del saluto era di là della comprensione! Ogni individuo degli oltre trentaduemila che poteva emettere un suono lo faceva, applaudiva e urlava parole di giubilo. I nostri cuori piangevano vedendo le lacrime di felicità cadere dalle loro guance».

Solo a fine guerra



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